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IN THE HEART OF THE SEA - LE ORIGINI DI MOBY DICK
(IN THE HEART OF THE SEA)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 7 dicembre 2015
 
di Ron Howard, con Cillian Murphy, Chris Hemsworth, Michelle Fairley (Stati Uniti, 2015)
 
Non si tratta, anche se gli assomiglia, di un remake del celebre MOBY DICK di John Huston del 1956 con Gregory Peck e Orson Welles. E non solo perché ora si raccontano i fatti autentici che avrebbero ispirato Herman Melville a scrivere il suo capolavoro: le premesse, e le conseguenze del mitico incontro con la balena bianca. Dapprima, l'ambiente della Nantucket visitata dallo scrittore, affinché uno dei pochi sopravvissuti gli confessasse quanto effettivamente avvenuto; quindi, l'epilogo della spedizione, taciuto a lungo, i tragici novanta giorni trascorsi nel Pacifico dagli otto scampati al naufragio della baleniera Essex.

Ma IN THE HEART OF THE SEA - LE ORIGINI DI MOBY DICK non è l'oleografica ricostruzione che ci si poteva anche attendere da Hollywood. Ron Howard è come il rum caro a quei marinai, con il tempo migliora. Autore mai geniale ma generoso e sincero, capace soprattutto di rinnovarsi nei toni (COCOON, APOLLO 13 o A BEAUTIFUL MIND), sembra essere rinato avvicinando la sessantina. Incontra lo sceneggiatore Peter Morgan (di Stephen Frears e, più tardi, Clint Eastwood) e, in FROST / NIXON (2008), fonde mirabilmente documenti d'epoca e ricostruzione fiction del celebre incontro televisivo fra lo scrittore e il contestato uomo politico. Un anno dopo, in ANGELI E DEMONI, traduce in cinema un thriller di Dan Brown assai meglio che nello strafatto IL CODICE DA VINCI. E due anni or sono gira RUSH, forse il film più riuscito della sua lunga carriera, e uno dei migliori mai girati sulle corse automobilistiche e lo sport in generale.

La maturità brillante del regista e la qualità dello sceneggiatore spiegano forse perché IN THE HEART OF THE SEA viva grazie a qualcosa in più del suo profumo di vecchia Hollywood. Di un cinema dal respiro largo, legato alla convivenza con le grandi sale in via di scomparsa. Di un approccio all'ambiente, all'azione, ma anche all'intimità dei personaggi che si va perdendo: Howard non disdegna ovviamente l'uso dei trucchi digitali, ma non è Robert Zemeckis, che invece ci campa. L'efficacia e l'emozione del suo sguardo restituisce ancora la sensibilità delle cose fatte a mano, talora imperfette in quanto convenzionali, ma sempre palpabili. Nella resa spettacolare, l'assalto, incredibilmente devastante, dell'enorme cetaceo; ma pure nella partecipazione più discreta e interiorizzata, come quella ai naufraghi costretti a soluzioni inumane per sopravvivere alla disperazione.

Cosi, sotto la sua vernice squisitamente vintage, IN THE HEART OF THE SEA è pure un film moderno, vicino a certe preoccupazioni contemporanee. Non era certo per idealismo che Nantucket arrischiava la proprie rincorrendo i cetacei fino ai confini del mondo conosciuto. Se i marinai dovevano la loro brutalità nei confronti della Natura alla necessità di far vivere le loro famiglie, se la balena stessa reagiva con violenza cercando una vendetta che Melville ipotizzava dettata da un dio metafisico, le ragioni che abitavano gli armatori e quel mondo crudele più che avventuroso, è Ron Howard stesso a suggerirle:  " E' la storia del nostro tempo. L'olio di balena era la fonte di energia di quell'epoca. Non cacciavano per il cibo, ma per l'olio. Per i soldi, Nantucket era l'Arabia Saudita di oggi. "


   Il film in Internet (Google)

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